Dalla Namibia al Botswana, tutto in fly&Drive

Raccontare un viaggio di nozze in poche parole non è impresa semplice soprattutto perché oltre all´aspetto turistico c´è anche quello emozionale che non sempre si può trasferire ad altri con la stessa intensità.

Noi abbiamo scelto un tipo di viaggio un pò fuori dagli schemi se si pensa al classico viagggio di nozze in qualche isola tropicale; un viaggio che non è assolutamente di tutto riposo, ma un viaggio per conoscere, in varie tappe, una realtà così diversa dalla nostra.

Lo consiglio a chi ama le comodità ma che sa anche adattarsi all´occorrenza, perché se è vero che in Namibia ci sono alberghi di Lusso con tutte le comodità (anche nel bel mezzo del deserto) nei parchi (all´ Etosha per esempio) la sistemazione è abbastanza spartana e non sempre si trova l´aria condizionata. Se si ha spirito di adattamento però può anche essere divertente l´alternanza delle due cose...

Siamo partiti all´inizio della stagione secca che corrisponde approssimativamente alla fine di ottobre-novembre, periodo in cui comincia a fare abbastanza caldo perché lì comicia l´estate. Andare in un parco pieno di animali durante la stagione secca però presenta pro e contro: di positivo c´è il fatto che per vedere gli animali si fa meno fatica perché si radunano tutti dove ci sono le pozze artificiali piene d´acqua, ma di contro c´è che bisogna alzarsi all´alba se si vuole vedere qualcosa perché, dato il gran caldo, gli animali tendono, durante la giornata, a nascondersi in posti ombreggati per poter riposare e si rischia di girare in auto a vuoto.

Per poter riuscire in venti giorni a vedere anche il Delta dell´Okawango in Botswana e le cascate Victoria in Zimbabwe, abbiamo dovuto restringere l´itinerario namibiano e quindi le meravigliose dune di Sossusvlei le abbiamo solo sorvolate con un aereo da turismo, ma vi assicuro che lo spettacolo che si ha dall´alto è impagabile: centinaia di fenicotteri e uccelli in stormo che volavano sotto di noi ci hanno accompagnato come in un sogno attraverso le dune.

Dune di ogni forma che si susseguivano per chilometri e chilometri perfettamente delineate dalle ombre del tramonto, di un colore rosso-arancione, alcune piccole, alcune immense come montagne con la cima spettinata dal vento, alcune a picco sul mare quasi a formare una barriera invalicabile. Non credo che dal basso si possa godere di questo spettacolo...credo che sorvolarle sia stata la scelta più felice!

Da Swkopmund siamo riusciti ad arrivare solo fino a Cape Cross per visitare le colonie di foche e leoni marini che vivono lì sulla spiaggia, siamo riusciti a filmarle da vicino e ad assistere ad un vero e proprio combattimento tra leoni marini per il possesso di una femmina...sembrava una puntata di Geo. Bello davvero, ma bisogna essere preparati al forte odore che emanano questi animali, odore che non tutti riescono a sopportare.

La Skeleton coast era troppo lontana e a malincuore, vi abbiamo rinunciato.

Uno dei posti più belli che io abbia mai visto, se mai è esistito un paradiso terrestre doveva essere così: Botswana, Delta dell´Okawango. Un luogo dove senti che l´uomo non può nulla sulla natura, natura che si fa sentire in tutta la sua potenza e crudezza. 

Siamo stati alloggiati al Delta Camp in quella che chiamavano la suite nuziale. Una capanna con una porta di giunco costruita intorno ad un albero gigantesco che metteva radici proprio al centro della camera. Sul tronco, una scala appoggiata, portava ad una piattaforma in legno, due poltroncine permettevano di avvistare ed osservare in sicurezza gli animali. Una grande finestra era aperta sulla giungla, finestra senza vetro però! Si poteva tirare giù un avvolgibile in giunco per fare un pò di oscurità e basta (quindi non la si abbassava mai perché la sera a letto presto, la mattina sveglia alle 5.30!!)

Il letto a baldacchino con tende e zanzariere era tutto intagliato a mano, un vero capolavoro. Ai pedi del letto una cassapanca anch´essa intagliata con figure di animali.

Il bagno era in pietra, il pavimento in terra battuta, il soffitto di paglia. Rustico, selvaggio e al tempo stesso curato ed elegante.

Quello che però metteva più soggezione era il fatto che in mezzo alla giungla non ci fosse protezione alcuna, né muretti, né reti o fili spinati, tutto aperto.

Anche gli spazi comuni, quasi a "cielo aperto".

Davanti alla "sala" da pranzo, con un tavolo lunghissimo ornato di bei candelabri d´argento, le canoe (chiamate mokoro). Avete capito bene: le canoe erano ormeggiate a pochi passi perché la laguna arrivava fin dentro la struttura! Ogni tanto la sera arrivava qualche Facocero in cerca di cibo o un Bufalo in cerca di compagnia...incredibile eh?  Comunque mai nessun animale ci ha attaccato o dato fastidio, un tacito rispetto reciproco.

Chi ha visto le cascate del Niagara non può immaginare cosa si trova di fronte quando visita le Cascate Victoria: imponenti, altissime, si riversano in una specia di grand canyon, una gola della quale non si vede il fondo...impressionanti...le abbiamo viste però con una portata d´acqua ridotta rispetto al solito (essendo la stagione secca) e abbiamo potuto osservare increduli dei locali che facevano il bagno e si tuffavano in pozze sospese nel vuoto formatesi poco sotto la cascata e visibili sono in quella stagione. Una tappa da non perdere.

Un viaggio quindi da non perdere e da ricordare per sempre.  Dimenticavo! L´operatore locale ha fatto qualche errore nell´organizzare il viaggio, errori che Luca è stato velocissimo a risolvere permettendo a me e a mio marito di goderci il nostro bel viaggio senza preoccupazioni!

Sissi e Vittorio, Milano

 

 

 

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