Luna di Miele tra templi e manga, W il Giappone!

Si potrebbe partire proprio dalla domanda: ma perché un viaggio di nozze in Giappone? Dopo essere riusciti nell’impresa di concordare con la propria prossima consorte, non ancora moglie, lo ricordiamo, una rosa di luoghi in cui trascorrere la cosiddetta Luna di Miele (e non pensate a quella di fiele di Polanski, vi prego!), con l’inevitabile biasimo di qualche parente, amico o conoscente (del tipo “Ma perché non vi fate un bel viaggio in Toscana?”), il più è fatto.

La scelta è caduta sul Sol Levante prima di tutto perché si tratta di una nazione parecchio lontana, oltre una decina di ore di viaggio aereo, nella quale non si va in un weekend. Poi perché il Giappone è una terra con una storia e una cultura veramente invidiabili. E, infine, perché, nella sventurata ipotesi in cui uno dei due potesse stare non troppo bene di salute, anche con un inglese internazionale mediocre e senza troppa fortuna, una farmacia era abbastanza facilmente ritrovabile.

Dall’arrivo all’aeroporto di Narita, Tokyo, due simpatici poliziotti, dopo avere verificato la regolarità dei nostri passaporti e appreso di conseguenza la nostra nazionalità, hanno all’unisono esclamato: “Ah, Italia! Zaccheroni!”. Per fortuna, in seguito, il nostro made in Italy, non si è limitato a calcio, ma ha annoverato anche immagini dell’arte fiorentina, oltre a una retrospettiva dedicata a Federico Fellini, a Kyoto, con l’inspiegabile presenza di Topo Gigio sulla locandina! Una permanenza nella capitale durata quattro giorni, attraversata da pare a parte dai parchi di Ueno e Yogi ad Hachiko Square, con base a Shinagawa, in una felice sintesi di moderno, dalle vetrine di Shibuya alla celebre Tokyo Tower alla statua di Gundam nella meno centrale Kamirigusa, e antico, i templi scintoisti e buddisti, le costruzioni storiche e, scusate se è poco, l’educazione d‘altri tempi degli stessi giapponesi.

All’ombra, e non è per dire, della battaglia combattuta dall’ultimo samurai e dai membri del suo clan, narrata nell’omonimo film interpretato da Tom Cruise e Ken Watanabe.

La seconda veloce tappa è stata Takayama, una ridente località in fondo ad alcune valli, con pernottamento in un albergo la cui peculiarità è l’essere stato costruito intorno al luogo in cui anticamente sorgeva un ryokkan, locanda locale, ricostruito all’interno, a piano terra, e adibito a shop. Al’interno della stessa hall anche un manufatto di alcuni metri, tipo portantina votiva per le sfilate nelle strade, un po’ come nelle nostre nostrane processioni, in special modo al sud, ma anche in Spagna.

Nel complesso una località anch’essa ricca di storia, come testimoniano antichi edifici in legno con base in pietra, e un assetto urbanistico sicuramente ammodernato nell’uso degli edifici ma certamente non stravolto. E’ seguita una puntatina di un giorno a Kanazawa, sede di un antico castello, un po’ come i nostri manieri disseminati su tutto il territorio. La sua particolarità, oltre alle spesse mura, è che è posto su di una specie di collina, con tutta probabilità almeno in parte artificiale, e in cui vive una flora e una fauna che comprende anche volpi. Nei fatti Kanazawa è una deliziosa città di medie dimensioni ma in espansione, anch’essa in bilico tra grattacieli che nulla hanno di che invidiare a quelli americani, caratteristiche casette a due piani e templi, nei giardini, e tempietti votivi, agli angoli delle strade.

Tanto per sfatare ancora una volta che questa nazione è solo lavoro, modernità e frenesia. Successivamente, Kyoto. Personalmente, solo su questa città si potrebbe scrivere una serie di articoli, senza peraltro esaurire in maniera soddisfacente l’argomento. Dico solo che dall’arrivo in stazione, in cui su colonne di plastica e metallo, ci si imbatte in modelli in grandezza naturale di Simba il leone bianco e Astroboy, personaggi di anime, i cartoni amati giapponesi, entrambi creati da colui che viene considerato il Disney nipponico, Osamu Tezuka, l’effetto è notevole.

Un’ebbrezza che prosegue con la visita di templi, sempre in legno, grandi come le nostre chiese, fino all’antico palazzo imperiale, per eccellenza, dai giardini quasi perfetti, questo solo per citare gli elementi più importanti visti in quatto giorni. Di questi ultimi anche la visita di due parchi a Nara, località a una quarantina di chilometri, che oltre ai noti templi, uno dei quali ritenuto il più grande del mondo, sempre in legno, è possibile incontrare cervi, liberi e socievoli come cani, nell’ordine di una popolazione di circa 2000 esemplari!

 Alex e Lucia Miozzi - Milano

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